Tecnica e arte: i 110.000 profili che mancano all’industria

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Alle imprese del settore privato sono mancati, anche in un anno difficile quale il 2020, oltre 41.000 ingegneri, più di 33.000 tecnici superiori ITS, circa 10.000 laureati in matematica e 8.500 laureati in indirizzo chimico-farmaceutico. Ma non si sono trovati neppure 11.500 laureati e 4.000 diplomati ITS in materie artistico-umanistiche.

Questo è il messaggio forte lanciato dalla ventisettesima giornata nazionale orientagiovani, organizzata da Confindustria, che si è recentemente conclusa.

Le competenze STEAM (science, technology, engineering, art, mathematics) sono sempre più il cuore del made in Italy e della manifattura, dove parole come “bello” e “ben fatto “, insieme, rappresentano l’identità dell’industria italiana.

La proposta è allora quella di creare nelle scuole, a partire dalle scuole medie (più di 7.200 con circa 1,7 milioni di alunni), degli “Steam space” dedicati prevalentemente alle materie scientifiche, per formare le competenze del made in Italy in queste discipline.

Utilizzando le tecnologie abilitanti vengono promosse metodologie didattiche all’avanguardia, che orientino gli studenti verso una formazione aperta a imprese e territorio e, al tempo stesso, utili a formare gli insegnanti.

È stato stimato un costo complessivo di un paio di miliardi di euro, che potrebbero arrivare dal Next Generation Fund dell’Unione Europea.

Oggi in Italia i laureati Stem (quindi considerando solo le materie tecnico-scientifiche) sono il 24,7% del totale. Il loro tasso di occupazione supera il 90% e ciò vale anche per i diplomati ITS.

Estratto dal Sole 24 Ore del 28 maggio 2021