Nei mesi scorsi Gartner ha effettuato un’indagine su oltre 800 HR leader sulle priorità HR per il 2021.
Al primo posto, per il 68% degli intervistati, la priorità HR per il 2021 risulta essere lo sviluppo di skill e di competenze critiche. Seguono: la progettazione organizzativa e la gestione del cambiamento (46%), il futuro del lavoro (32%) e l’esperienza dei dipendenti (28%).
Il 36% degli intervistati dichiara di non essere a conoscenza dei gap di abilità dei lavoratori in forza, il 33% sostiene di non aver integrato efficacemente la formazione nei flussi di lavoro individuali ed il 31% ammette di non essere in grado di creare soluzioni per lo sviluppo delle competenze abbastanza velocemente da soddisfare le esigenze in continua evoluzione delle competenze. È evidente che i metodi tradizionali di previsione dei fabbisogni formativi non funzionano più.
I lavoratori inoltre hanno sempre più bisogno di diverse competenze per ogni tipologia di lavoro e molte di queste competenze sono nuove: i dati mostrano che il numero totale di competenze richieste per un singolo lavoro aumenta anno per anno del 10%. Il 33% delle competenze presenti in un annuncio di lavoro del 2017 non è più necessario nel 2021! (*)
Ancora più interessante il dato che evidenzia la percentuale di lavoratori che per effetto della pandemia ha dovuto utilizzare nuove competenze. Su un campione di 113 professionisti di Formazione & Sviluppo il 71% afferma che più del 40% dei lavoratori ha dovuto implementare nuove skill nel proprio lavoro. (**)
Attualmente, solo il 21% dei leader delle risorse umane afferma che i colleghi condividono la responsabilità o collaborano con le risorse umane per determinare le esigenze future di competenze. È necessario quindi un approccio dinamico alla riqualificazione e ridistribuzione dei talenti: tutte le parti interessate devono lavorare insieme per percepire le mutevoli esigenze di competenze e trovare modi per sviluppare le competenze al momento del bisogno.
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