Secondo un’indagine svolta da Infojobs lo scorso maggio, su un campione di 109 aziende e di 1062 candidati, il 52% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver offerto ai propri dipendenti corsi online, apprezzati dalla maggioranza dei dipendenti (66%).
Per la modalità di erogazione, il 48% delle aziende ha affermato di aver trasformato i percorsi formativi previsti in corsi online, mentre il 20% aveva già consolidato un sistema di e-learning prima della pandemia. Il 16% delle aziende ha invece attivato ex novo opportunità su competenze hard e soft investendo sulla formazione.
Ma chi non ha proposto corsi formativi online? Le cause sono state la chiusura forzata (32,5%), la predilezione per la formazione tradizionale (25,6%) e l’assenza di politiche per la formazione del proprio personale (21%).
Anche per i lavoratori la formazione è fondamentale: l’83,6% ha dichiarato di non aver ricevuto proposte dall’azienda ma di aver investito il “tempo sospeso” per migliorare le proprie competenze tecniche (20%), per potenziare le soft skills (19,6%) o per approfondire passioni ed interessi (15%).
Cosa ci si può aspettare per il futuro? I corsi online continueranno a farla da padrone?
Oltre il 55% delle aziende ha affermato che adotterà i corsi online come modalità formativa perché li considera più efficaci (25%) e più convenienti (20%), oltre ad essere molto apprezzati dai dipendenti (11%).
In definitiva, l’emergenza sanitaria ha impattato sulle modalità di fruizione della formazione, dando una forte spinta all’adozione dei corsi online, ma ha anche confermato la sua importanza, posizionando di fatto la formazione come un asset vincente per la ripartenza.